Leroy S.P.Q.R’DAM
Cresce tra Roma Est ed ex-Jugoslavia, ma nasce artisticamente a Rotterdam (Netherland).
A 14 anni con la sua crew di writers fa la prima occupazione: una vecchia casupola della Pietralata di Pasolini, durerà poche ore ma non smetterà mai di ritentare.
Durante gli anni in cui frequenta Architettura a Roma Tre, il riuso collettivo di spazi abbandonati diventa un modo di vivere. La Temporary Autonomous Zone di Hakim Bey diventa un tema di riflessione costante soprattutto a seguito delle occupazioni di vari padiglioni dell’ex mattatoio Testaccio con il C.S.A. (Comitato Studentesco di Architettura) e alla creazione del gruppo di ricerca “Labò -_Laboratorio di architettura e politica” che organizzerà i primi corsi di autoformazione riconosciuti in crediti in Italia.
Per un paio d’anni vivrà in un’occupazione a Rotterdam con un gruppo di giovani migranti italiani e conoscerà il mondo degli squatters nordeuropei e dei punk dell’ex blocco sovietico. Tornato a Roma Est occuperà poi un ex campo sportivo sulle rive dell’Aniene con i giovani del quartiere e un gruppo di Equadoregni.
Nel 27 marzo 2009 occupa con un gruppo di Marocchini, Eritrei, Etiopi, Ucraini, Italiani e Peruviani un ex fabbrica di salumi, ora Metropoliz, entrando di fatto nel movimento per il diritto all’Abitare coi Blocchi Precari Metropolitani. Ma varcare quel cancello significò soprattutto immergersi nel mondo colorato dei migranti, del sottoproletariato romano e in seguito anche di una comunità rom rumena sgomberata dal campo del Casilino 700. Nel 2012, sempre con BPM, occuperà un hotel di lusso di 238 stanze con un gruppo ancor più numeroso ed eterogeneo: il “4STELLE”. In questi anni parteciperà alla lotta per la casa sia come attivista che come architetto, mettendo a disposizione le proprie capacità professionali nella mappatura e nella trasformazione architettonica degli edifici occupati e recuperati dal Movimento per il diritto all’abitare romano.
Nel frattempo collabora per una decina d’anni con il collettivo Stalker in progetti radicali: come la costruzione della “Savorengoker -La casa di tutti” con i rom jugoslavi del campo di Casilino 900 o organizzando camminate situazioniste attraverso i territori della metropoli.
Con lo studio di architettura stARTT redigerà progetti di piazze, giardini ed istituzioni culturali focalizzati sulla qualità dello spazio pubblico.
Attualmente non vive più in occupazione. Insegna arte e immagine in due scuole medie di Roma Sud.
Come artista ha cercato di distillare le sue esperienze abitative in collage digitali ispirati a un nuovo “sur-realismo” con l’obbiettivo costante di diffondere l’Idea della T.A.Z. e della Città Meticcia.
Ha pubblicato le sue immagini e testi in varie pubblicazioni internazionali ed ha collaborato in diverse tesi di ricerca accademiche. Ha esposto sia in contesti informali come il Crack Festival al Forte Prenestino e il camping/meeting dello SqEK_Squotting Europe Kollective ad Amburgo, che in istituzioni pubbliche come il Macro e il Maxxi di Roma, la Biennale di Venezia e il MoMA di New York.
Dal 2001 fa videoproiezioni e mapping nei centri sociali e occupazioni. Sostiene la TAZ del rave come vj con la tribe NBT (No Business Tekno).
Da alcuni anni porta avanti con Chiara Davoli il progetto IUR (Informa Urbis Romae): un lavoro di mappatura delle occupazioni e realtà autogestite di Roma.
Ama ancora disegnare e scrivere sui muri.